Descrizione
Manzone si afferma fin da subito come narratore dal segno delicato, ispirato al fumetto d’autore alla Proudhomme, Fior e Mattotti. L’ultimo paese è un racconto intenso, ricco di suggestioni visive: è nato un nuovo talento del fumetto italiano.
Valerio Stivè (Fumettologica)
La storia di un pittore di ex voto e un bambino miracolato. La festa dell’abete per salutare l’arrivo della primavera in un paesino del sud dove il sacro interrompe il tempo dell’utile. La natura severa, i visi consumati dall’affanno sotto il sole. Un romanzo a fumetti tra archetipi e illusioni, che scava tra la polvere della Storia.
L’ultimo Paese è il sorprendente esordio di Federico Manzone, ennesima scoperta di Canicola, sempre attenta al ricco panorama artistico italiano, che ci porta all’interno di una vicenda che si snoda tra riti per l’arrivo della primavera con uno stile che ricorda quello sognante e malinconico di Manuele Fior.
Michele Garofoli
(Lo Spazio bianco)
Il tratto di Manzone restituisce la tensione tra racconto dal vero e straripamento onirico: il crudo bianco e nero delle matite evoca i panorami scabri del cinema post bellico.
Valerio Mattioli
(Linus)
Utilizzando il disegno a grafite, l’autore rende i personaggi più crudi e i paesaggi poco accoglienti, esprimendo in pieno il senso di solitudine e allo stesso tempo la voglia di rivalsa.
Madda Paternoster
(Il Sole 24 Ore)
Abile nel disporre le belle inquadrature al servizio della narrazione, Manzone stupisce per la sua maturità, per la grazia testuale e per le gloriose immagini della collettività.
Virginia Tonfoni
(Alias- Il Manifesto)